lunedì 7 luglio 2014

20° MEDFILM FESTIVAL 2014 (day 4) - Recensioni del 7/7

MEDFILM Festival 2014
20° edizione - 4 – 11 luglio 2014  

IN THE NAME OF GOD di Mahdi Zamanpoor l Iran, 2014, 60'
Concorso Internazionale documentari / v.o. sott. Italiano e Inglese

Mashti Esmail è un anziano contadino con tanta gratitudine verso la vita anche se è cieco. La sua menomazione la vive seranamente e con molta più saggezza di chi gli sta attorno. Le stagioni dell’anno si susseguono ed Ismail le vive con la preparazione del campo per la semina, la semina, la cura delle giovani piantine ed infine il raccolto abbondante del riso. Egli è consapevole che ogni cosa è un dono ricevuto da Dio. Il regista Mahdi Zamanpoor trasmette la sconvolgente serenità del protagonista e del creato che gli sta intorno. Non solo per la bravura del protagonista, ma anche per le meravigliose riprese dei selvaggi paesaggi sulle montagne iraniane. Il film merita decisamente di essere premiato.

SEABURNERS di Melisa Önel l Turchia, 2014, 89'
Concorso ufficiale / v.o. sott. Italiano e Inglese

La storia intrigante e complicata di Denise , botanica che svolge temporaneamente ad Istanbul una ricerca scientifica su specie vegetali locali. Denise ha un amante misterioso che traffica in esseri umani. L’inizio è promettente con una potente scena di una spiaggia con il mare in tempesta che restituisce il cadavere di un clandestino.  Le scene successive sembrano mostrare altri tasselli  della narrazione attirando la curiosità dello spettatore. Improvvisamente tutto si interrompe, ed il resto del film è semplicemente sospensione del tempo, nell’attesa spasmodica che qualcosa accada, senza che succeda. Si ha la netta sensazione che qualcosa sia rimasta inespressa da parte della regista nella sceneggiatura. Peccato perché le immagini e il sonoro sono veramente potenti.

 IN GRAZIA DI DIO di Edoardo Winspeare l Italia, 2013, 127'
Concorso ufficiale / v.o. sott. Inglese

Anche Winspeare si addentra nei meandri della crisi che attanaglia l’Italia, soprattutto al Sud. E’ la storia di una famiglia pugliese, tutta al femminile, che, sommersa dai debiti delle banche e del fisco, è costretta a chiudere la fabbrica tessile familiare e a rifugiarsi in campagna a coltivare la terra. Contrariamente al recente film di Alice Rohrwacher, premiato a Cannes, per Winspeare la scelta di vivere in campagna è obbligata ma porterà i suoi buoni frutti. Bellissime le immagini della natia Puglia offerte allo spettatore ove si coglie persino il profumo del mare che accarezza l’uliveto. Tuttavia c’è qualche peccatuccio nei dialoghi, rigorosamente in dialetto, che sono in taluni casi leggermente gridati, e alcune scene risultano un di più, infatti se fossero state escluse avrebbero ridotto la durata del film a vantaggio della narrazione. In definitiva un film intimo di una famiglia italiana pieno di speranza per uscire da questo momento di debolezza che è soprattutto morale.




Nessun commento:

Posta un commento