MEDFILM Festival 2014
20° edizione - 4 – 11 luglio 2014
CAIRO DRIVE di Sherief Elkatsha l Egitto, USA, 2013, 77'
Concorso Internazionale documentari / v.o. sott. Italiano e Inglese
Caotica,
rumorosa fino allo sfinimento, ma coloratissima. Si esce dalla sala con queste
forti emozioni. Il problema del Cairo, e dei suoi 20 milioni di abitanti, è
semplicemente il traffico. Persino durante la “primavera araba” il problema per
gli abitanti del Cairo è rimasto il traffico. La narrazione grazie alle
testimonianze di automobilisti egiziani, chi stressato, chi rassegnato, chi
ancora alle prime armi. Tassisti regolari e non, mamme che accompagnano i figli
a scuola, insomma una intera città che interagisce con lo strombazzare dei
clacson. C’è un codice di comportamento nel suonare, un colpetto secco
“please”, uno prolungato “ma che c…” Altro che Napoli e Palermo, gli egiziani
ci surclassano. Bellissime le musiche che accompagnano questa perenne giostra.
BLOODY BEANS di Narimane Mari l Algeria / Francia, 2013, 77'
Concorso ufficiale / v.o. sott. Italiano e Inglese
Cinema d’avanguardia sperimentale che utilizza musica tecno accompagnata da un sapiente gioco di luci e di ombre. Libera interpretazione della guerra di indipendenza da parte del regista con l’aiuto di un gruppo di adolescenti algerini. Onestamente però potrebbe essere una qualsiasi storia, quale pretesto per liberare la fantasia. Forse per la asciuttezza dei sottotitoli lo spettatore non riesce a immergersi nel caos di tanti voci una sopra l’altra che risultano incomprensibili. Piuttosto può essere d’aiuto a comprendere i sentimenti dell’autore nei confronti della ferita del colonialismo francese. La differenza la fa la bellissima fotografia con sovraesposizioni accecanti.
LE CHALLAT DE TUNIS di Kaouther Ben Hania l Tunisia / Francia, 2013, 89’
Concorso ufficiale / v.o. sott. Italiano e Inglese
Documentario o finzione? La debole linea di demarcazione in questa pellicola, come ammesso dalla giovane attrice, è dovuta piuttosto ad un fatto contingente. La regista, partendo da una narrazione volutamente documentale sul fenomeno dello “Challat”, letteralmente “lo sfregiatore”, si è ritrovata con l’inconsistenza della storia e dei personaggi. E’ stato quindi necessario ricucire una parte della storia con attori veri. Per alcuni interlocutori il fenomeno dello “Challat” è come lasciare qualcosa di se nell’altro. Infatti la cicatrice ricorderà alla vittima quanto accaduto. Altre terribili testimonianze mettono in evidenza come sia ancora presente la sopraffazione dell’uomo sul genere femminile, sebbene solo dichiarato, che però non ha niente a che vedere con la cultura araba. Fortunatamente in Tunisia l’emancipazione femminile è un dato di fatto. La narrazione, cercando di riannodare i fili di una vicenda del 2003, mostra tuttavia la responsabilità dei media nel manipolare le notizie a suo vantaggio. Un istruttivo esercizio sulla società tunisina vista anche in questo caso da dentro.
OMAR di Hany Abu-Assad l Palestina, 2013, 96'
Med20 / v.o. sott. Italiano e Inglese
Ancora
una volta sul grande schermo la questione arabo – israeliana sui territori
occupati. Raccontata dal punto di vista palestinese. In ogni caso il risultato
è che i due popoli, ambedue con diritto di esistenza e di coabitazione
pacifica, vengono stritolati dall’odio e da sentimenti di vendetta. Sono
soprattutto le vite dei singoli, costretti a scelte estreme e senza via di
fuga, a pagarne la conseguenze. La sceneggiatura è magistralmente bilanciata
con i suoi spunti controversi tra l’amore, il tradimento, la vendetta. Il film,
come è noto, ha ricevuto la nomination all’Oscar quale miglior film straniero,
battuto però dal nostro bravissimo Sorrentino. Credo che la differenza l’abbia
fatta l’utilizzo in Omar di strumenti narrativi tipici dei film d’azione a
discapito delle emozioni. Come ha sottolineato la Direttrice del Festival
Ginella Vocca, nel corso della breve presentazione, purtroppo il tema
affrontato è attualissimo. Infatti i recenti sforzi per la pacificazione dei
due popoli promossi in prima persona da Papa Francesco sono stati vanificati
dai nuovi spargimenti di sangue.
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