giovedì 12 giugno 2014

67° Festival di Cannes - Rassegna romana - Premio Palma d'oro

Winter Sleep (Kis uykusu) di Nuri Bilge Ceylan (TURCHIA  2014)
Con Haluk Bilginer (Aydin) e Melisa Sozen (Nihal la moglie) e con:

Demet Akbag - Necla la sorella divorziata,
Ayberk Peckan -  Hidayet  il factotum,
Nejat Isler –  Ismail l’affittuario alcolizzato,
Mehmet Ali Nuroglu - Timur figlio di Ismail,
Serhat Mustafa Kilic - Hamdi Iman e fratello di Ismail,
Tamer Levent - Suavi l’amico,
Nadir Saribacak -  Levent il maestro di scuola, e inoltre gli ospiti dell’albergo Hotello.

Ceylan ha  realizzato un film di 196’ che non annoia sul tema molto ostico del senso della vita, essere o avere. Il protagonista Aydin è abituato da sempre a possedere cose e persone. Probabilmente anche per il suo passato di attore il quale, per calarsi nel personaggio che di volta in volta interpretava, era costretto a impossessarsi dello stesso. Il protagonista, oltre ad essere possessivo, è pure narcisio. Infatti ha creato un blog su internet (sic !) ove riceve apprezzamenti dei quali si vanta con tutti. I fotogrammi del film scorrono tra i paesaggi aspri e affascinanti dell’Anatolia che sono luoghi deputati al raccoglimento dello spirito. A questi si alternano i lunghi e talvolta ridondanti dialoghi teatrali che Aydin intrattiene con gli altri personaggi della storia. La sorella, la giovane moglie Nihal, l’amico Suavi e il maestro Levent, l’Imam Hamdi e gli sporadici ospiti dell’albergo Hotello di sua proprietà. Quello che appare chiaro è che dietro una maschera di buonismo si nasconde il vero Aydin che invece non è nient’altro che un egocentrico. Però qualcosa accade e quello che prima per  Aydin erano certezze, ora è ribellione e abbandono. Cosicché nello sviluppo della narrazione si sgretola la visione che Aydin percepisce della vita.  Il primo segno si avverte subito all’inizio del film quando il piccolo Timur lancia una pietra contro il finestrino dell’auto di Aydin. Ma altri fatti avverranno.  Tanto che per  sfuggire alla realtà che lo incalza Aydin decide di recarsi nella lontana Istanbul. Una tempesta di neve però lo costringe a desistere e finalmente a relazionarsi con chi lo circonda per quello che è e non per quello che possiede. Persino liberare il puledro selvaggio che aveva fatto cruentemente catturare e ancora non aveva del tutto domato, e infine poter scrivere della sua grande passione. La Storia del Teatro Turco.
Qualcuno ha detto che questo film va rivisto, aggiungo che va assolutamente rivisto per cogliere l'essenza delle miriadi di minuziosi dettagli, sparsi qua e la dal regista, sulla personalità di Aydin e di chi lo circonda. Il premio Palma d'oro di Cannes lo ha meritato pienamente.

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